Villa Pirelli, esempio di architettura settecentesca lombarda, è una delle più belle dimore signorili che si possono osservare a Induno e si trova nella zona del Broglio.
Ricalca la tradizione dei nobili di possedere residenze di campagna che mostrasse a tutti la loro posizione sociale.
Porro erano originari di Induno Olona. Di essi si hanno notizie fin dalla seconda metà del 1500.
Con il passare degli anni, la famiglia Porro si suddivise in diversi rami, quello che ha dato origine al futuro proprietario della villa di Induno Olona è legato al nome di Francesco di Benedetto, il quale si sposò nel 1619 con Caterina Montalbetti.
Questi ebbero un figlio di nome Carlo Giuseppe che si sposò con Valeria Moderni; dal loro matrimonio nacque Francesco che successivamente sarà il 1° proprietario della villa Porro.
Francesco ebbe un titolo onorefico di "conte" del 1792 grazie ad una concessione dell’imperatore Carlo V.
Gli venne poi attribuito un altro titolo, quello di "Conte di Santa Maria della Bicocca" per una concessione di quel feudo fatta da Carlo Emanuele III il 12 aprile 1744.
Ad Induno il più famoso dei Porro, al quale è stata anche dedicata una statua è Gio Pietro ( GianPietro) che nacque a Como nel 1844. Egli partecipò alla campagna nel 1866 (3^ guerra d’indipendenza) e si distinse particolarmente nella battaglia di Custoza. Pur essendo stato, tra l'altro, anche rappresentante di Varese al Parlamento, la sua fama è legata soprattutto alla sua attività di esploratore.
Egli viaggiò molto, infatti nell’America meridionale e centrale.
Quando ritornò in Italia ricevette la carica di Presidente della società Milanese di esplorazioni geografiche commerciali in Africa.
Nel 1885 GianPietro venne trucidato in Etiopia con tutta la carovana per ordine dell’emiro di Horar.
Dopo la sua morte la villa di Induno rimase di proprietà della moglie sino al 1891.
L’edificio in seguito passò di proprietario in proprietario sino a quando il 31/03/1947 la fondazione Pietro e Alberto Pirelli la acquistò per destinarla a casa di riposo per i dipendenti delle Industrie Pirelli, utilizzo che si è protratto fino agli inizi degli anni '90.
L'ARCHITETTURA
L’edificio si trova su un altura e vi si può accedere grazie ad un viale che nelle mappe dell’800 viene chiamata strada dei Porro e che poi prosegue verso il nucleo della Motta.
Il bellissimo giardino all’italiana segue i declivi della collina ed appare terrazzato.
E’ diviso in tre terrazze; nella prima si trova una fontana ovale con balaustra in pietra, si accede a quella superire per mezzo di scalette parallele circondate da aiuole fina all’ultima terrazza dove troviamo un’altra fontana rotonda decorata con volute in pietra.
Il giardino si conclude con una balconata in pietra a colonnine che si unisce al caseggiato.
Il nucleo originale è costituito dalla villa con pianta a forma di L; è costituita a tre piani fuori terra e all’esterno è visibile il cornicione che separa il pianterreno dagli altri due piani.
Le decorazioni esterne sono costituite da angoli decorati a bugnato e da tre meridiane che oltre a segnare le ore indicano pure i mesi con i relativi segni zodiacali.
Gli ingressi sono due: uno sul giardino, e il principale, posto sul piazzale retrostante.
Questo ingresso è completato da un portico che collegava direttamente l’interno con l’esterno.
Le carrozze infatti si fermavano sotto il portico, permettendo a chi scendeva di restare al riparo dall’avversità atmosferiche.
All’inteno, a pianterreno, troviamo alcuni saloni decorati a stucco e con affreschi.
Al primo piano, particolare attenzione va ai soffitti Cignei a cassettone con decorazioni pittoriche.
Il soffitto principale è caratterizzato dalla presenza di balconcini posti a poca distanza dal soffitto.
L’ultimo piano, probabilmente riservato alla servitù, è senza decorazioni.
Attaccate al nucleo centrale sono la cappella privata e un rustico.
La chiesetta è settecentesca con struttura a pianta quadrata, quattro colonne centrali determinano la divisione interna.
Sull’altare si ha una tela raffigurante l’Assunzione della Madonna, ai lati altre rappresentano il martirio di Santo Stefano e San Lorenzo.
VILLA PIRELLI OGGI
Agli inizi degli anni '90 Villa Pirelli entra a far parte del patrimonio comunale per effetto di una donazione operata dalla Pirelli S.p.A.Per tutti gli anni '90 l'utilizzo è molto limitato (sede museale/rare attività culturali) fino all'inizio degli anni 2000, ovvero sino a quando non è stata data attuazione ad una delle possibili già ventilate destinazioni dell'immobile: l'impiego per attività di studio e formazione.
Viene infatti manifestato un certo interesse del mondo accademico varesino a dar vita ad un "centro studi", utilizzando il compendio immobiliare per realizzare una sede di attività congressuali, convegni, seminari di alta specializzazione, corsi residenziali di aggiornamento professionale per laureati e attività complementari.
Nel 2000 la proposta viene approvata dal Consiglio Comunale. Dopo l'adozione del cosneguene Statuto, il Comune costituisce una società a capitale misto di cui è socio di maggioranza (Accademia Nazionale di Studi Superiori S.r.l.); a seguito di un bando ad evidenza pubblica viene individuato il socio privato a cui viene affidata in uso la struttura, nonché la progettazione e l'esecuzione dei lavori. Inoltre, entrano in società, con una quota ciascuno, la Provincia di Varese e la Comunità Montana della Valceresio.
Per far fronte all'esigenza di un ampliamento degli spazi della villa e di incrementare l'offerta complessiva di ricettività viene attuato un consistente intervento di ristrutturazione dell'edificio.
Al finanziamento della ristrutturazione dell'immobile concorrono in misura decisiva la Regione Lombardia con un contributo di 2.150.000 euro e la Fondazione CARIPLO per 3.500.000 euro. Internamente al compendio immobiliare sono oggi intitolate alla Fondazione CARIPLO e alla Regione Lombardia due sale congressi per una capienza complessiva di 500 posti.